Dal 24 dicembre all’8 gennaio torna la decima edizione del Presepe Vivente di Compignano con oltre 100 figuranti
Arrivato alla sua decima edizione, il Presepe Vivente di Compignano organizzato da tutti gli abitanti del paese e dal Circolo Anspi San Cristoforo torna più vivo che mai per le feste di Natale.
“Il presepe – dicono i ragazzi alla richiesta del cosa rappresenti la manifestazione per loro – è una delle cose che continua a tener vivo il paese e permette a grandi e piccoli di incontrarsi e lavorare insieme. E’ un evento che ormai fa parte delle nostre tradizioni, una cosa per la quale continuiamo a metterci in gioco, a fare sacrifici con l’obiettivo di migliorare di anno in anno”.
Molte le serate per gli abitanti del paese passate a collaborare, confrontarsi, montare e pulire, impiegare il proprio tempo libero insieme per organizzare un evento che ormai richiama persone da tutto il territorio regionale.
Le vie del borgo medievale si animano, partendo dalla piazza del paese attraverso l’antica torre, in un percorso in cui rivivono le scene riprodotte negli antichi fondi aperti per l’occasione. Tessitrici, fabbri, calzolai, arrotini, falegnami, pescatori, lavandaie per un totale di oltre cento figuranti in costume d’epoca che rimettono in pratica gli antichi mestieri e i gesti insegnati dai più anziani.
L’inaugurazione è prevista per la vigilia di Natale, sabato 24 dicembre, alle 21.30 e Messa di mezzanotte, per proseguire lunedì 26 dicembre, dalle 16.30, con la rappresentazione del presepe e alle 18 con il tradizionale concerto di Natale organizzato dalla ultracentenaria Filarmonica di Compignano. Domenica 1° gennaio è in programma il presepe dalle 16.30 e alle 18 il concerto di Natale de La Fanfarona Brass Band, mentre per la vigilia dell’Epifania, giovedì 5 gennaio, la rappresentazione inizierà alle 21.30. Altra rappresentazione il giorno dell’Epifania dalle 16.30, con l’arrivo dei re Magi a cavallo, per concludersi domenica 8 gennaio, dalle 16.30, con una novità di questo anno: la rappresentazione del Battesimo di Gesù.
“Se portiamo avanti tutto questo – aggiungono – lo dobbiamo anche a una persona che non c’è più, Eraldo Montegiove, che ci ha sempre dato la forza di andare avanti anche quando ci urlavamo contro e volevamo buttare tutto all’aria ricordandoci che alla fine di tutto ci si ritrovava sempre soddisfatti e felici per quello che eravamo riusciti a fare. Magari davanti a un buon bicchiere di vino”.
Ed è proprio questo spirito di collaborazione paesana che trasuda da ogni bottega, da ogni decorazione, da ogni costume, da ogni viso incontrato per le vie di Compignano.